Mastocitoma nel cane: il parere dell’oncologa

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Il mastocitoma è la più comune neoplasia cutanea nel cane, rappresenta il 16-21% di tutti i tumori in questa sede. Nonostante l’età media di insorgenza sia tra gli 8 e i 9 anni, anche cani più giovani possono esserne affetti. Cani di razza Boxer, Boston Terrier, Bulldog inglese, Carlino, Labrador, Golden Retriever, Staffordshire terrier, Beagle, Rhodesian ridgeback, Shar pei cinese hanno una maggior predisposizione. I mastocitomi cutanei si sviluppano nella regione del tronco e regione perineale (50%), negli arti (40%) e nel collo o testa (10%). Quando le lesioni cutanee sono aggressive, possono dare metastasi a altre sedi del corpo, le più frequenti a livello di linfonodi, milza, fegato, polmone o midollo osseo. Spesso le metastasi sono ritrovate in animali asintomatici e apparentemente sani, per questo motivo, prima di intraprendere qualsiasi tipo di trattamento, ogni paziente va sottoposto a stadiazione oncologica. La stadiazione è la valutazione dell’estensione tumorale, per eseguirla bisogna conoscere il comportamento biologico di questo tumore, la modalità di diffusione in altre sedi, le sindromi sistemiche associate a questa neoplasia e le tecniche per ricercare mastociti neoplastici in organi secondari! Stadiare significa scattare una fotografia della malattia al tempo zero, valutando invasività e dimensioni della lesione cutanea primaria e la presenza di eventuali metastasi, la loro localizzazione e rapporto con tessuti circostanti. Tutto questo permette di attribuire al paziente uno stadio clinico e quindi proporre ai proprietari l’iter terapeutico adeguato e la prognosi.

Nel mastocitoma nel cane il trattamento dipende oltre che dallo stadio clinico anche dalla presenza /assenza di fattori prognostici. Ad esempio la sede d’insorgenza rappresenta uno di questi: localizzazioni tumorali sulle dita possono essere di difficile approccio chirurgico a causa della difficoltà di asportare il tumore con “margini puliti”. In queste situazioni si esegue la personalizzazione dell’approccio chirurgico in base all’aggressività del mastocitoma.

L’aggressività del mastocitoma (grado istologico) è il fattore prognostico più importante: i mastocitomi più differenziati (meno aggressivi) sono spesso gestiti con la sola chirurgia mentre quelli indifferenziati (aggressivi) dopo la chirurgia vanno trattati con terapie mediche adiuvanti.

Ogni mastocitoma necessita di un approccio “su misura” e tempestivo gestito da un Oncologo Veterinario che preveda un trattamento risolutivo sulla lesione in prima presentazione e valuti al meglio la terapia alla luce dei fattori prognostici, degli obiettivi dei proprietari e soprattutto della miglior qualità di vita possibile da dare ai nostri pazienti a quattro zampe.

Dott.ssa Adele Barbanera – GpCert Oncologia

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